Sabato 23, diciassettesimo giorno. La pioggia scende violenta ed il T.S., forse stremato dal lungo viaggio o dalla tanta acqua sorbita nella notte, decide di non voler lasciare il suolo danese.
Si tirano le somme: troppi i problemi tecnici che ci hanno sottratto ben tre giorni di cammino; le ferie sono sul finire, da lunedì dovremo tornare ad essere muti liberti della Società. Ci rimangono due giorni per raggiungere casa, 1500 km ancora, un mezzo non vuole saperne di avviarsi e noleggiare un furgone è cosa da ricchi.
Ci guardiamo un po’ attorno e scorgiamo un centro commerciale. Idea!
Contattiamo il responsabile della sicurezza, spieghiamo la situazione e chiediamo se è possibile lasciare le Vespe nel parcheggio interno per qualche tempo. Il tipo sorride, asserisce “Ok! No problem!” e ci indica dove sistemarle. Avuta più volte la conferma che il luogo è sicuro, noi prenotiamo il primo volo per Milano. La decisione è sofferta ma è quanto riteniamo opportuno fare per riuscire a rientrare per tempo.
Stamani partiamo da Copenaghen e nel pomeriggio, col cuore in Danimarca ed in mente quegli spaccati d’Europa, varchiamo l’uscio di casa sulle note di “Voglia di libertà”.
Abbiamo vissuto intensamente quest’esperienza, così come volevamo; è stato un viaggio in noi stessi e nella bella Europa forse ancora poco conosciuta ma molto accogliente; ne abbiamo raggiunto la sommità osservandola ed ammirandola da ogni angolazione, cogliendone ogni spigolatura.
Abbiamo adorato la Norvegia come Nicola (Luigi Lo Cascio) in "La meglio gioventù". Abbiamo conosciuto persone speciali che ci hanno insegnato che in fondo siamo tutti cittadini del mondo e che davvero muore lentamente chi non parla a chi non conosce. E ci piace pensare che quest’avventura non è ancora terminata, la storia di questo viaggio è ancora da scrivere, perché le nostre due piccole grandi Vespe ci stanno aspettando per ronzare verso casa.
E' banale ma è un viaggio che non dimenticheremo mai.
Ciao Ciao!